Val di non – Lago di Tovel Parco Nazionale Adamello a cura di Giorgia Costeniero

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6 Giu 2011

naturaIl giorno 17 settembre 2010, nonostante il tempo grigio e le nuvole verso i monti in arrivo minacciose, decidiamo di partire per la val di Non- Lago di Tovel – parco Nazionale Adamello – Brenta.
Il viaggio è durato tre ore circa più che altro a causa degli acquazzoni incontrati per strada. Ma il panorama offertoci era veramente suggestivo: la Valsugana passa dentro e attorno alle montagne e le nuvole basse appoggiate morbidamente tra i pini non ci hanno fatto rimpiangere il sole e il cielo azzurro
Usciamo dalla tangenziale e cominciamo a salire, prima passando per il piccolo paesino di Denno e, poi, risalendo tra i frutteti di meli meravigliosi della val di non, arriviamo a Tuenno e cerchiamo indicazioni per il Lago di Tovel. Fortunatamente mio figlio scorge l’indicazione mentre io mi ero persa a guardare queste piante cariche di mele gialle, verdi, rosse e quasi viola… uhmmm che voglia di rubarne una e addentarla! Ma ci siamo trattenuti! Giriamo verso le montagne: so che ci aspettano 17 km di strada tra bosco e montagna prima di arrivare allo svincolo per il lago. Ma non sapevamo minimamente che paesaggio ci attendesse. Dopo qualche curva tra i boschi e le montagne, all’improvviso ci troviamo immersi in un paesaggio stranissimo, quasi lunare: è la piana delle glare: un grosso pezzo della montagna crollato e sbriciolato tutto attorno alla strada, queste rocce grigie quasi blu che lasciano scappare fuori qualche ciuffo d’erba o qualche piccolo alberello solo a tratti, ci accompagnano per pochi metri, ma la mia velocità si riduce notevolmente proprio per riuscire a osservare il tutto. Ripresa la strada veniamo informati. con dei cartelli da ambo i lati, che siamo finalmente entrati nel Parco Nazionale Adamello – Brenta. Pochi km dopo arriviamo su di uno spiazzo adibito a parcheggio nel quale, da dietro una sbarra chiusa, ci accolgono due ragazzi che ci chiedono se siamo attesi?! Ma siamo alla corte di qualche re o regina??? Accidenti, non fanno entrare tutti, qui!! Mi chiedo il perché intanto che loro confermano i nostri nomi sulla lista e ci aprono la sbarra raccomandandoci prudenza e velocità ridotta al minimo. Infatti la stradina diventa stretta e bianca e per 2 km e mezzo passa attraverso il bosco. Ci viene il dubbio di aver sbagliato qualche cosa: la stradina non finisce più! Invece, curva dopo curva, alla fine scorgiamo tra gli alberi qualche casetta di legno. Prima una, poi due, poi tre e alla fine l’albergo anzi alberghetto posizionato di fronte al lago di Tovel con un bel parcheggio dal quale partono tre sentieri diversi. Finalmente parcheggiamo. Scesi dall’auto ci travolge un’aria frizzante, pulita e profumata…ma è quasi ora di pranzo e la fame si fa sentire. Ci accingiamo a presentarci ai gestori dell’albergo, ai quali chiediamo anche di poter pranzare. Ovviamente sì. Saliamo su delle scalette strette di legno, quasi a chiocciola e arriviamo in una sala circondata da vetrate che offrono ai commensali una meravigliosa vista del verdissimo lago di Tovel. Che spettacolo! Arriva il menù: io provo il cervo con funghi e polenta. Mio marito salsicce funghi e polenta e i bimbi pasta al ragù. Un po’ di cabernet e via un pasto delicato e sostanzioso. Finito di pranzare la voglia di fare il giro del lago e più forte del sonno e della stanchezza per il viaggio. Quindi impossessati della camera e indossato l’abbigliamento adatto, macchina fotografica pronta e carica: via a fare il giro di questo meraviglioso laghetto.
Inizialmente si percorre un tratto di sentiero rialzato rispetto al laghetto che offre una visione del fondale vista la trasparenza inaspettata dell’acqua. Poi si giunge alla prima spiaggietta e subito tutti a toccare l’acqua per tastarne la temperatura:freddina ma non eccessivamente. Le montagne di roccia coronano il laghetto , di tanto in tanto, un bosco di pini spezza la monotonia dei colori. Le nuvole s’infilano a mo’ di zucchero filato tra i rami degli alberi. Ad un certo punto il sentiero passa tra due enormi rocce cadute chissà quanti millenni fa, che fortunatamente non hanno bloccato il passaggio. Poi si arriva ad una piccola sorgente che scende dalla montagna e che nutre incessantemente il laghetto generando il ricambio d’acqua necessario per la sua freschezza e la sua limpidezza. Passiamo su un ponticello di legno sopra la sorgente e ci inoltriamo ancora nel bosco che poco dopo si apre su delle spaggiette si sassolini piccoli e bianchi, quasi sabbia. I bambini cercano sassi piatti da far rimbalzare su quest’acqua calma e limpida. Io intanto mi siedo e mi godo la pace(foto3) la tranquillità e il senso di appagamento che mi pervade ammirando questi paesaggi nuovi ai miei occhi. Fa quasi caldo nonostante il tempo brutto e l’altitudine di 1178m s.l.m.Sarà un pò la passeggiata e un po’ il cabernet?? Ci incamminiamo attirati dal rumore di una cascata. La raggiungiamo seguendo il sentiero che si avvicina alla montagna.

La cascata nutre il Rio Tresenga che entra ed esce dal laghetto. E’ pieno di funghi di varie tipologie più o meno commestibili, La vegetazione è varia, i fiori, nonostante sia autunno, sono vari. Il sentiero è interrotto per una frana, per cui dobbiamo tornare dalla strada già percorsa. Ma la stanchezza si fa sentire, per cui andiamo a riposare con la promessa di completare il giro del lago dall’altra parte, più tardi o l’indomani mattina. E la cena non ha deluso: tagliatelle al sugo di cervo, strozzapreti al burro e salvia e delle bistecche speziate con le patatine fritte. E via a nanna. La mattina, dopo una ricca colazione a base ti caffèlatte e pane burro marmellata e torta fatta in casa, via con i k-way, viste le piccole goccioline di pioggia, a fare il giro dall’altro lato del lago. Tutto un altro scenario: il sentiero è battuto e delimitato da entrambi i lati con dei tronchi. Camminare è più semplice e il lago si scorge da un’altezza di 10 metri. Ma i paesaggi che si offrono ai nostri occhi (foto4) incorniciati dai rami degli alberi sono incredibili. Ancora le nuvole che sostano sulle cime dei pini, le montagne che si specchiano sul lago….
Arriviamo all’uscita del Rio Tresenga che corre poi giù a valle tra una cascatella e l’altra. Passa sotto a un ponte che noi risaliamo passando per un sentiero nel bosco…ma dove siamo??? Allo spiazzo-parcheggio con la sbarra a  2 km e mezzo dall’albergo! Caspita ne abbiamo fatta di strada passando per il sentiero che costeggia il laghetto e poi il Rio!!! Torniamo indietro perché è ormai quasi ora di pranzo: un piatto di affettati, formaggio di malga, sott’aceti e pane croccante. E poi un po’ di nanne!!! Al risveglio una pioggia battente ci intristisce un po’ . Che fare? Andiamo in città a Tuenno e poi Cles a comprare prodotti tipici, souvenir e regali per chi è rimasto a casa. E così, sempre guidata dall’istinto, mi fermo in un negozietto con il soffitto basso, tutto in legno con una gentile ragazza che mi fa assaggiare di tutto: alla fine compro spek, “mortandela”, formaggio di malga, grappa alla violetta, Teroldego, birra tipica e 2 sacchi delle loro meravigliose mele appena raccolte! Torniamo in albergo : è quasi di nuovo ora di cena:zuppa di verdura e orzo, bistecca e patate al forno, carne salada e fagioli. E, mi sono dimenticata che a fine di ogni pasto una fetta di strudel caldo fatto in casa o di torta alla crema di ricotta alta 7 cm, non mancava mai!!! L’indomani dobbiamo tornare a casa, che peccato!! La mattina ci svegliamo, apriamo i balconi e il sole illumina la punta delle montagne e il cielo azzurro rende l’aria fredda e frizzante. C’è anche un po’ di venticello che ci fa rabbrividire. Era più caldo quando pioveva, ma lo scenario che si offre a noi, con quella luce, è completamente diverso, tutta un’altra cosa. Qualche foto e si parte. Il viaggio di ritorno ci da la possibilità di percepire il tutto come fosse la prima volta che lo vedevamo grazie al sole e al cielo azzurro. Torniamo a casa non tristi, ma soddisfatti della nuova esperienza fatta. Il Parco Adamello – Brenta è enorme e posti da visitare, anche più vicini a casa nostra, sono moltissimi. Grazie ad un libro sull’argomento non mancherà una nostra nuova avventura in questi posti meravigliosi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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