l’Etiopia, uno dei paesi più poveri al mondo, ma non per questo meno affascinante di tanti altri. Siamo partiti a settembre di qualche anno fa, solito gruppo, di quelli che ormai ti conosci da tanto tempo e sai che nessuno può rovinare la vacanza per qualsiasi imprevisto! Al nostro arrivo ad accoglierci la guida, un ragazzo figlio di padre italiano e madre etiope.
Siamo partiti dalla capitale, Adis Abeba,nel percorso incontriamo gli etiopi: delle persone stupende (sempre vestite di bianco),popolazione fiera che si muove sempre a piedi ma non per questo da considerarsi grandi maratoneti e poi i bambini!Al di fuori della capitale restiamo colpiti da una grande povertà ed io ed i miei amici siamo soliti portare la solita borsa piena di indumenti e scarpe quante ne ho date! Addirittura mi hanno dato degli indirizzi per far si che ne mandassi altre dall’Italia… incredibile!! Ai bambini, una mia amica ha portato una scimmia di peluche e un dinosauro pensando di far loro cosa gradita(i bambini italiani impazziscono soprattutto per i dinosauri!!!?) invece loro quando li hanno visti si sono spaventati perché nelle loro chiese ci sono le immagini del drago che combatte con san Giorgio!
Chissa’ perché, a volte ripenso alle emozioni che mi danno le persone: I loro sguardi,i loro gesti,non so se è capitato mai a qualcuno di voi,a me tante volte,che delle persone regalino qualcosa,anche di quello che portano indosso, a volte con piccoli scambi, a volte senza nulla, solo perché sono stata la prima a comprare nei loro negozi! Tornando al viaggio, siamo stati alle cascate del Nilo Azzurro, le cui acque confluiscono nel Nilo Bianco per poi arrivare in Egitto: cascate
molto piccole, poi abbiamo proseguito verso il lago Tana,sui cui isolotti ci sono delle piccole chiesette affrescate!Una volta a terra ci siamo fermati a giocare a bingo con gli abitanti del posto,non capivamo nulla, ci spiegavano il gioco e ci aiutavano a segnare i numeri e intanto ridevano di noi. Nel frattempo il nostro viaggio proseguiva tra serate in albergo senza luce,materassi non molto puliti(ad Auxum ho preso le pulci. Quando sono tornata in Italia e fino a quindici giorni dopo mettevo ancora il gentalyn beta)e pranzi a base di uova sode e scatolette di tonno in dei posti che è meglio sorvolare!Il pulmino, si è fermato un paio di volte e le valige non messe bene,in un tratto di altipiano, le stavamo perdendo!!!Dopo aver visitato Auxum capisco perché hanno rivoluto L’obelisco lì da loro non figura per niente!Siamo andati anche a visitare un centro di solidarietà gestito da un ragazzo italiano e da sua moglie, entrambi si sono trasferiti in Adua lasciando una vita piena di agi(lui è il figlio di un grosso commercialista di Roma ed è riuscito a creare un centro meraviglioso…e di questo ne siamo sicuri…perché ci siamo presentati ai suoi cancelli la mattina alle 6,ed abbiamo trovato una gestione meravigliosa:sala parto ed accoglienza per ragazze madri, una nursey con bambini nati da pochi giorni, delle maestre che insegnavano a un gruppo di piccolini. Ritengo sia una persona da ammirare, ci ha raccontato che ogni mese il padre gli spedisce da Roma un po’ di medicine, poi della costruzione di un pozzo ce ne fossero di persone cosi! Non come dei miei ex amici, che fanno la onlus
dall’Italia recandosi sul posto solo una volta l’anno (e’ facile reperire soldi, medicinali. vestiario… e mandare tutto giù ma poi non vedere che fine fa’!Troppo facile!Il difficile è affrontare le situazioni ogni giorno,
sapere che un giorno puoi dare da mangiare a 10 – 20 persone e l’altro a nessuno!
Il nostro viaggio è durato una decina di giorni , ma raccontandolo mi sembra molto di più!Abbiamo poi proseguito per Grondar, castelli affrescati con dei cherubini, magnifici… e poi finalmente siamo arrivati ad Alliberai, la città santa. Patrimonio dell’UNESCO, da molti paragonabili a Petra, sono tutte chiese scavate nella roccia. Ognuna presidiata da un custode, tutte al buio ricche di affreschi, si entra senza scarpe e si cammina su dei tappeti così logori e sporchi. Ci siamo ritrovati nel pieno dei festeggiamenti del Meskel, il ritrovamento della croce e’ una delle più importanti feste religiose dell’Etiopia, e’ sembrato di assistere ad una scena di un girone dantesco: centinaia di persone vestite di bianco che uscivano da queste chiese,
precedute dai loro preti, alla fine hanno bruciato la croce, che spettacolo e devozione!
È stato un bel viaggio anche questo, una volta tornata in Italia mi e’ sembrato ancora più bello il ricordo delle pulci, del pulmino scassato e le strutture.
Riguardando le foto, e ripensando a Lalibela e ai ragazzi di Adua mi sono detta:anche questo e’ uno dei miei magnifici viaggi!!!!
Da portare sempre nei miei ricordi…
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