Torino: note nell’aria a cura di Federica Giuliani

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19 Lug 2011

 

Torino

Il cielo è terso, cosa non così comune in centro Città. E’ vero, Torino non è una metropoli ma non si può considerare nemmeno un paese.

Mi piace camminare per le sue vie nei giorni infrasettimanali, il traffico non manca ma poche sono le persone che affollano il dedalo di vie parallele e oggi, da lontano, sento le note melodiose di un violino.

Accelero il passo per inseguire quella piacevole musica; non è solo il violino, sento anche le corde di un’arpa, i tasti di un pianoforte ed il canto di un soprano.

Piazza Bodoni, aperta nel 1835, ospita il Conservatorio Giuseppe Verdi che l’architetto Giovanni Ricci inaugurò nel 1928.

Al centro della piazza ormai pedonale, si trova il monumento equestre ad Alfonso Lamarmora, generale e ministro del 1891.

La Piazza un tempo, ospitava il mercato coperto dei combustibili e la parte porticata che prosegue su Via Pomba offre 52 medaglioni rotondi raffiguranti volti di personaggi illustri che Giuseppe Pomba, fondatore della casa editrice Utet, descrisse nelle sue opere.

Singolare è l’etimologia del termine “conservatorio” che risale al XV secolo quando veniva utilizzato per indicare gli istituti di accoglienza per gli orfani. In queste strutture si impartiva agli allievi un’istruzione ma l’intento era quello di avviarli ad un mestiere, tra le discipline insegnate c’era anche la musica e da allora è stato utilizzato per definire anche le scuole dove era possibile imparare a suonare o cantare.

Poesia pura è sedersi ad ascoltare con gli occhi chiusi, immaginandosi ricche scenografie con l’orchestra nel golfo mistico, la buca da dove i musicisti suonano dal vivo. Davanti a me il sipario in morbido velluto rosso è ancora chiuso, dai palchi ai lati della platea giunge un vivace vocio di donne in abito lungo che si raccontano chissà quali pettegolezzi con gli uomini in smoking  che commentano l’andamento della Borsa.

Le luci in sala si abbassano ed il suono di una campanella avverte che è ora di prendere posto.

La musica mi travolge e mi accorgo, dal rumore di una macchina di passaggio, che non sono in un sontuoso teatro ma seduta su di una panchina. In ogni modo la musica non è immaginazione, le note di un’Aria a me sconosciuta escono dalle finestre aperte del Conservatorio, ed è talmente piacevole starla ad ascoltare che decido di sedermi nel dehors del Ristorante che si affaccia sulla Piazza, il Kipling, a gustarmi la musica accompagnata da un altrettanto delizioso semifreddo al torroncino con salsa al cioccolato, dolce tipicamente torinese.

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