Si viaggiare, evitando le buche più dure. E’ il titolo di una famosa canzone ma è il senso della frase che mi piace, perché il suo significato si adatta a molte situazioni, tra questi anche il viaggio.
Agosto 2004 : U.S.A costa ovest – Agosto 2013: east cost.
Il mio viaggio in USA nel 2004 iniziò proprio con una “buca” solo al momento della partenza venni a conoscenza che, oltre a fare scalo al JFK di N.Y, per poi andare verso L.A. anche la mia valigia faceva scalo. Tutt’ora per i voli che fanno scalo in qualsiasi paese americano, anche i bagagli vengono scaricati , ritirati al nastro dal proprietario e rimbarcati di nuovo con ulteriore controllo, ma soprattutto di nuovo la fila al chek-in.
Si dice che lassù in alto c’è sempre qualcuno e cosi la mia valigia è uscita tra le prime e tra un po’ di inglese scolastico e un po’ di gestualità, sono riuscita a rifare il chek in in tempo per Los Angeles.
In genere parto sempre con amici ma quel viaggio lo avevano già fatto e così, sempre agganciata ad un gruppo ma da formarsi a L.A. partii da sola, scelsi la formula colazione tutti i giorni con otto cene. Ho pensato se non lego molto con gli altri almeno so dove andare a cena.
A pranzo, un gelato o frutta può andare e comunque i Mac non mancano di certo.
Il viaggio iniziò partendo appunto da L.A. , la mattina seguente al momento della partenza centinaia di persone affollavano la hall, poi ognuno si diresse verso il proprio pullman.; la sera del mio arrivo avevo trovato alla reception tutte le indicazioni, capitai in un bel gruppo, e la nostra guida una ragazza italiana simpaticissima trasferitasi negli U.S.A. per amore, fu’ un ottima accompagnatrice e questo significa molto.
GO! lasciata L.A., ci dirigiamo verso Sedona Arizona, avete presente la pubblicità della Marboro? Il cowboy sotto quelle nuvole, ecco le nuvole sono cosi basse e di un colore particolare che sommate alle rocce rosse che circondano la zona ti fanno sentire in un film di indiani, dove ti aspetti che prima o poi si senta la tromba di arrivano i nostri. Dormimmo a Sedona e mangiammo in un locale dove suonavano musica country, la vera America non è nelle grandi città ma fuori, sulle autostrade incontri i trucker quei grandi camion con disegni sui cofani o sulle portiere, le Harley guidate da uomini o donne vestiti in pelle anche d’estate; come nei film percorri chilometri e chilometri senza incontrare nessuno, devi rispettare, però il limite di velocità perché’ rischi di trovarti all’improvviso l’auto della polizia , nelle stazioni di servizio oltre a trovare una tavola calda dove la cameriera gira tra i tavoli con la caraffa del caffè sempre piena, trovi anche quelle grandi lavatrici a gettoni, usate anche dagli uomini, in più slot machine: le grandi città sono molto distanti tra di loro e quindi in questi posti trovi di tutto ed è proprio come nei film.
Si prosegue verso il Grand Canyon, non nego che prima di questo viaggio pensavo che i parchi americani fossero tutti uguali …errore grandissimo. È stato il primo parco che ho visitato e anche il piu’ grande. i suoi canyon sono formati dal fiume Colorado che li attraversa e che nel corso degli anni ha eroso le rocce formando degli scenari incredibili, lo sorvoliamo con un piccolo charter siamo in quattro più il pilota: Ci hanno preso il peso e diviso prima di salire… dall’alto è tutta un’altra cosa, riesci a vedere l’immensità della natura, finalmente un posto, dove l’uomo non è arrivato. Facciamo tappa alla Monument Valley, ce l’avete in mente vero? Quelle due colline rocciose che hanno fatto da sfondo a film famosi come Ombre Rosse, Sentieri Selvaggi, troppo bello ma è un sogno è lui, lì con il suo cavallo e che ci saluta con il cappello … no, non è John Waynn ma per un istante ho pensato che lo fosse, un po’ più avanti i Navajo vendono collanine. Certo ogni paese del mondo ha i suoi ricordi da non ricordare. I vari massacri che ci sono stati a vicenda per l’occupazione delle terre, non tutti li ricordiamo. Ci viene in mente soltanto il nome di Custer e Geronimo.
Dopo il Grande canyon, visitammo il Brice Park, un consiglio cercate di arrivarci verso il tramonto, i suoi pinnacoli sempre di roccia rossa si illuminano con gli ultimi raggi di sole, volendo se si ha tempo si può fare un piccolo trekking. Certo il viaggio di gruppo, ha i suoi svantaggi e vantaggi, in primis quello di avere i minuti contati ma anche quello di poter vedere tante cose, perché per esperienza personale vi posso assicurare che quando piace un posto ti fermi di più e non tieni conto del tempo ma poi, a meno che non stai un mese in ferie non vedi altro. Il giorno dopo vedemmo lo Zion Park, sono veramente uno diverso dall’altro quest’ultimo è di roccia bianca, le sue pareti hanno delle piccole incisioni scritte e mi danno l’idea di una tavola dove poter giocare a dama.
I l viaggio prosegue verso il Nevada e la città più famosa è Las Vegas, l’ho soprannominata la città dei balocchi, i suoi alberghi sono enormi e la maggior parte di loro fa riferimento a località conosciute, l’albergo a forma di piramide, torre Eiffel, il Venice Palace dove, incredibile ma vero, sembra veramente di camminare sul pavimento bagnato di Piazza S. Marco, poi c’è il Cesar Palace ambientato antica Roma, il Treasure Island dove tutte le sere fanno spettacolo dei pirati o al Bellagio dove al suono della musica le fontane con il loro getto d’acqua danno vita a giochi di luce ed acqua. La sera ti propongono un giro sulla Strip sono chiamata cosi questa lunga via dove ci sono appunto tutti questi alberghi, se entri in uno di loro vedi che la gente si muove come se fosse presa da un raptus, e anche a noi succede una cosa del genere, siamo in un albergo e su una balconata in un grande salone, assistiamo ad uno spettacolo dove stupendi ballerini uomini e donne, ballando ti lanciano collane di dadi e che ognuno di noi cerca di prendere al volo, siamo presi anche noi dal gioco e così decidiamo di buttare qualche dollaro nelle slot machine ma per fortuna che non ci prende molto, perdiamo la somma prefissa e vai la nostra serata nella strip continua.- Vediamo molte coppie in procinto di sposarsi nelle Chappell degli alberghi chissà se come nei film la mattina si svegliano e si chiedono chi sono..ah ah.
Il giorno dopo andiamo a fare un escursione alla Death Valley, è un luogo mitico dove fa un caldo pazzesco, ci saranno 40 gradi, era la zona delle miniere, infatti c’è un piccolo museo di mineralogia. Ed è anche uno dei punti più bassi della zona, si prosegue destinazione lo Yosemite park. La differenza con gli altri parchi è evidente, non è roccioso, ma pieno di alberi e vicino a un lago. Ci stiamo avvicinando alla California e i parchi sono di tutt’altro genere, se ritornerò da queste parti non mi perderò di certo il Sequoia Park, me ne hanno parlato tutti molto bene. Siamo arrivati a San Francisco, fa freddino la sera, prendiamo al volo uno di quei tram aperti e ci dirigiamo nella zona porto. È pieno di gente, a uno schermo ci fermiamo a vedere la partita baseball e ci mangiamo un po’ di pesce fritto . La mattina dopo visitiamo il famoso ponte Golden Gate, lo attraversiamo a piedi, i lontananza si vede l’isola di Alcatraz il famoso Carcere, reso famoso da film.
A San Francisco c’è anche una famosa strada la Lombard Street. Ci hanno girato molti film è quella in discesa con tutte curve strette. Per tornare a Los Angeles dove terminerà questo incredibile viaggio, percorriamo la costa e cosi partiti da San Francisco incontriamo queste cittadine balneari famose, Santa Monica, Santa Barbara, Carmel. Dal finestrino si gode il panorama della spiaggia e la guida ci nomina il telefilm Baywatch, dove noi femminucce guardavamo lui, quello che fece anche Supercar e i maschietti la super Pamela Anderson–ma che fine hanno fatto? Finalmente a L.A, nel pomeriggio percorriamo la via delle impronte, ce ne sono tantissime ma io fotografo quelle della mitica Marilyn, e dei più recenti attori De Niro, Gere, Cruise e Clint Eastwood. Tra il parco giochi e gli Universal Studios ho scelto questi ultimi da visitare, adoro il cinema e gli U.S.A. e i suoi abitanti mi piacciono! E’ un popolo che ama il proprio paese, a volte in maniera anche esagerata, è un popolo giovane e non hanno grandi tradizioni e i primi coloni sono venuti da tutte le parti del mondo, hanno sofferto ma alla fine hanno raggiunto il loro sogno, quello di vivere in una grande nazione, che almeno in passato ha dato ospitalità a molte persone, tra cui molti nostri emigranti. E tra qualche giorno sarò lì di nuovo ma questa volta non più parchi, the Big Apple mi aspetta!
Bellissima recensione Maria Grazia, e soprattutto itinerario da favola! 🙂 Posso chiederti in che modo ti eri organizzata per quel viaggio? Cioè hai trovato il gruppo che poi hai incontrato lì a LA tramite un’agenzia, una community online ecc.? Sarei curiosa perché anch’io vorrei fare un viaggio del genere ma al momento non ho amici disposti a seguirmi, e avevo già pensato diverse volte alla soluzione di aggregarmi a un altro gruppo o addirittura, se mai me la sentirò, di partire proprio da sola (anche se penso che emozioni come quelle che sa darti un tour come questo sia un peccato non poterle condividere in tempo reale con qualcuno).
Grazie in anticipo per i suggerimenti e complimenti ancora per l’articolo 😉
Ciao, ti ringrazio x i complimenti. Trasmettere le proprie emozioni non è facile. Per il viaggio presi un po di cataloghi, nel 2004 nn avevo ancora internet. Primo cercai viaggi con accompagnatore lingua italiana, il più delle volte sono multilingue, poi tutte le colazioni. Che sono complete, altrimenti a trovare locali a volte è un problema e con le mance si spende tanto e poi 8 cene fu il massimo. Infine scelsi kl viaggio diretto, cioè Roma New York l.a. e così il ritorno, certo nn mi fu detto della valigia, ma lo trovai Cmq comodo. Tanti invece facevano scalo o a Chicago o philadelfia o Londra. Il gruppo fu fortuna. Il periodo agosto.
Ah ok, pensavo ti fossi messa d’accordo con qualcuno già prima di partire.
Grazie mille per i consigli, e per le emozioni direi che sì, ci sei riuscita alla grande! 🙂 Sarà che hai descritto parte del tour dei miei sogni ma praticamente ho viaggiato con te! Ancora grazie e complimentissimi!! Aspetto con ansia la rec. della tappa East Coast 😉
Bel racconto,mi piace come hai impostato la descrizione dalla partenza con la canzone alle descrizioni dei luoghi.Si sente nella descrizione che c’è entusismo nel raccontare gli U.S.A.solo una piccola critica,avrei preferito delle belle foto fatte da te,quelle postate non mi sembrano opera tua anche se sono molto belle.un racconto che fa venire voglia di visitare quei bei posti che tu hai attraversato.
hai ragione, le foto nn sono mie ma non avevo ancora la digitale e non sapevo come fare..