L’Umbria, regione cuore dell’Italia, ha da offrire di tutto e di più al turista anche occasionale: affascinanti borghi medievali, bellezze naturali e turismo enogastronomico. Mentre nelle prossime settimane la bellissima cittadina di Perugia ospiterà la manifestazione più amata dai golosi, l’Eurochocolate, in questa recensione è dell’altro capoluogo umbro e dei suoi paesini limitrofi che vorrei parlare: spesso messa in secondo piano dalla più grande Perugia, città universitaria e d’arte, anche la più piccola Terni ha infatti da offrire monumenti e architetture degni di una visita, magari per un weekend.
Al di sotto della sua fama di città delle acciaierie, infatti, potremmo dire che Terni ha un cuore “tenero”, essendo nota anche come la città di San Valentino (santo a cui è intitolata anche una delle sue basiliche). Le due anime di Terni convivono nell’opposizione tra strutture di architettura industriale come la Pressa di Piazza Dante (proprio di fronte alla stazione) o l’“obelisco” in Corso del Popolo (magari non esattamente il tipo di attrazioni che si è abituati ad andare a visitare in una città, ma comunque distintive del capoluogo, simboli della forza delle industrie e dei traguardi della tecnica) e luoghi di interesse artistico più “classici”: palazzi dallo stile rinascimentale, chiese e santuari, i resti di età medievale e ancora precedenti, risalenti all’Antica Roma. E il tutto culmina nel luogo più magico e romantico che si possa ammirare nei dintorni, a soli pochi chilometri dal centro della città: la meravigliosa Cascata delle Marmore.
Il consiglio, per chi pensa di muoversi per un solo weekend, è proprio quello di prendere Terni come base e dirigersi immediatamente verso il parco che circonda la cascata: 5 sentieri che si sviluppano intorno a una delle cascate più alte d’Europa, con i suoi tre salti su 165 metri totali, un flusso di acqua spumosa che, alla sua massima portata, genera un vapore di minuscole particelle d’acqua così denso da creare giochi di luce e colori suggestivi, soprattutto quando ammirati da uno dei punti più alti, la Specola (loggiato costruito nel 1781, poco più in basso del Belvedere Superiore, che offre un ottimo punto di osservazione, distaccato dal resto del sentiero e posizionato quasi frontalmente rispetto al primo salto della cascata: la visuale da lì, con arcobaleno in vista, è degna di una foto memorabile!). L’entrata al Parco Fluviale del Nera, anche noto come Parco delle Acque, costa 8€, ma vale quella mezza giornata completamente immersi in una natura rigogliosa, fatta anche di luoghi così silenziosi e tranquilli che sembra di essere in un altro mondo: nonostante di metri a piedi, e anche con dislivelli considerevoli, se ne facciano un bel po’ su e giù per i vari sentieri tracciati per i visitatori, momenti di relax come quelli che ho passato seduta su una delle panche in legno con vista su piccoli rivoli d’acqua che continuano ad alimentare il verde intorno anche nei momenti in cui la cascata non è in funzione (come è risaputo il flusso della Cascata delle Marmore è regolato e gran parte dell’energia prodotta dalle sue acque va ad alimentare la centrale idroelettrica) sono il toccasana che ci vuole ogni tanto, per prendersi qualche momento solo per sé. Per mangiare non ci sono ristoranti all’interno del Parco vero e proprio, solo snack bar in corrispondenza dei due Belvedere (Superiore e Inferiore), ma c’è un piccolo ristorante-pizzeria nel tratto tra la biglietteria e l’ingresso effettivo, quindi se sentite di aver bisogno di un pieno di energia prima di iniziare la scarpinata, che un panino non basta a darvi, potete fermarvi lì. Il sentiero 1 (o “Antico Passaggio”) è il primo che vi capiterà di incontrare, collega il Belvedere Superiore (dove c’è l’ingresso del Parco e la Specola) al sottostante Belvedere Inferiore, il vasto piazzale intitolato a Lord Byron, che ha tanto amato questa cascata dedicandogli una breve ode in cui, tra l’altro, la definisce “horribly beautiful”. Il sentiero si estende su 150m di dislivello, a metà di cui si incontra anche il tunnel fresco e umido (un piacere d’estate, suppongo un po’ meno nei mesi invernali) che conduce al cosiddetto “Balcone degli Innamorati”, un’apertura che si affaccia non solo sulla cascata, ma addirittura quasi sotto di essa! Il balcone è infatti completamente bagnato dall’acqua, una pioggia costante, per cui è assolutamente impossibile accedervi senza un impermeabile (se li avete dimenticati a casa è possibile affittarne alcuni nel momento in cui si acquista il biglietto). Per via della natura escursionistica della visita ovviamente, oltre al suddetto impermeabile, va da sé che siano necessari anche abbigliamento e calzature adatte, come consigliato anche dal depliant consegnato all’ingresso (ergo: NO infradito! Ne ho vista di gente scivolare sugli scalini durante la discesa verso valle solo per avere “i piedi più freschi”). Giunti a piazzale Lord Byron ci fermiamo al bar per un caffè e una bibita. La cascata al momento è di nuovo “in pausa” quindi ne approfittiamo per intraprendere un secondo percorso, quello denominato “Anello della Ninfa”, che ci porta attraverso ponticelli di legno e piccole pozze d’acqua fino a un punto panoramico sul secondo salto. Il rilascio dell’acqua avviene solo per un paio d’ore nella mattinata e di nuovo per circa tre o quattro ore nel pomeriggio (abbiamo consultato gli orari esatti sul sito www.marmorefalls.it prima di partire), annunciato dal suono di una sirena ripetuto per tre volte a distanza di circa 5 minuti, in modo da dare ai visitatori il tempo di disporsi nel punto d’osservazione di loro scelta per ammirare il fluire sempre maggiore delle acque, che va ad alimentare quei tre salti fino a riempire l’aria col suo rombo impressionante. Oltre alle escursioni a piedi abbiamo notato che all’interno del Parco è possibile anche partecipare ad altri tipi di attività: a noi è capitato ad esempio di assistere alla partenza di un gruppo di avventurieri più o meno giovani per un giro di rafting nelle acque del sottostante Nera, e informandoci abbiamo scoperto che è possibile per praticamente chiunque aggregarsi, anche principianti assoluti della disciplina. Per tornare in cima le scelte sono due: la comoda navetta, o la dura salita a piedi… noi, (neanche troppo) ovviamente, siamo saliti a piedi, e una volta giunti di nuovo all’ingresso non vi dico la soddisfazione della sottoscritta, di recente poco dedita all’attività sportiva e quindi molto poco allenata!
A metà strada di ritorno verso Terni lo sguardo cade sul piccolo borgo di Papigno, abitato da meno di 500 anime e arroccato su un piccolo rilievo proprio lungo la strada. Ci fermiamo per curiosità, nonostante la stanchezza, perché sappiamo si tratta tra l’altro del paesino che ha ospitato alcune riprese del “Pinocchio” di Benigni e di uno tra i film più belli interpretati dall’attore: “La vita è bella”. Il giro completo tra le viuzze del piccolo centro non ci porta via più di mezz’ora in tutto, e non c’è forse niente di memorabile da annotare tranne un’atmosfera generale di stasi e tranquillità, un sapore antico che sembra riportarti indietro nel tempo. Un weekend in zona ternana non può poi non includere anche una visita di qualche ora a Narni, ad appena 15km da Terni. La cittadina, adagiata su un colle, offre un centro storico dalla bellezza pari a gran parte dei borghi umbri nati come antichi insediamenti romani, cresciuti poi in epoca medievale e successivamente arricchiti di edifici e palazzi in stile rinascimentale. Dirigendosi verso il centro su via Roma si attraversano le antiche mura della città tramite una porta incastonata tra due imponenti torrioni medievali. Da qui la via si fa panoramica, offrendo una visuale mozzafiato sulla valle sottostante.
Dopo pochi minuti la strada si apre sul piazzale su cui si affacciano da un lato il Duomo di Narni e dall’altro la via che credo conduca verso la Rocca. Noi, comunque, alla Rocca preferiamo arrivarci rimanendo in macchina e proseguendo su via Vittorio Emanuele, altra via che in pochi metri si fa panoramica e offre una vista spettacolare sulle colline circostanti. Superata nuovamente una porta nelle mura continuiamo a salire verso la Rocca Albornoz, che domina dall’alto tutta la valle. Eravamo già stati da queste parti di sera, e in entrambi i casi la vista dal piazzale è fantastica! Tornando verso il centro troviamo un parcheggio e ci facciamo un giro a piedi su via Giuseppe Garibaldi, che parte da dietro il Duomo e attraversa il cuore del centro storico, con i palazzi del Comune che vi si affacciano da due lati, diversi bar, piccoli negozi di prodotti locali e tante vie che si diramano in entrambe le direzioni, in cui come al solito decidiamo di perderci solo per il gusto di esplorare tutti gli angoli più nascosti di questa cittadina. Dopo un pomeriggio passato così ci concediamo un gelato seduti vicino alla fontana ottagonale di fronte al Duomo, per riposarci un po’, e nonostante ci sarebbero ancora altre cose da fare e da vedere decidiamo di rimandare tutto alla prossima volta (magari, perché no, in occasione della famosa Corsa all’anello, rievocazione medievale che si svolge all’interno dei festeggiamenti che coinvolgono la cittadina tutti gli anni tra la fine di aprile e i primi di maggio), come scusa per tornare appena avremo qualche ora libera da dedicargli. Scelta facile per noi che abbiamo la fortuna di abitare a pochissime ore di strada da questi luoghi meravigliosi nella bellissima Umbria, posti che consiglio sia a chi non è poi così vicino, per una fuga dalla città e per godersi un finesettimana in luoghi che meritano davvero di essere scoperti e adatti proprio a tutti i gusti, ma anche a chi si trova a due passi e, come spesso accade, vive con lo sguardo proiettato più lontano, non notando che a volte alcune delle cose più belle si trovano anche a portata di mano.
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