Sono da poco le 6 del mattino, il sole tra un po’ sarà alto nel cielo e,come sempre a quest’ora, sono già sveglia. Mi preparo cercando di non fare rumore per non svegliare la mia amica ed esco portando con me la mia macchina fotografica. Quello che mi aspetta fuori è meraviglioso, salgo verso la struttura, dove si fa’ colazione e aspettando che aprano, mi siedo fuori su una delle sedie e osservo quello che mi circonda, i primi raggi del sole iniziano a colorare il panorama, il silenzio fa’ da padrone, non c’e’ ancora nessuno, oltre me solo
solo un piccolo uccellino che, porta dei fili di erba alla sua compagna intenta a costruire il nido. Guardo a lungo di fronte a me e penso che, mentre osservi il mare, vedi comunque l’orizzonte e pensi che dopo non c’e’ più nulla, invece il mio sguardo va oltre, nell’infinito, e mi rendo conto che c’e’ una pace incredibile. Ho pensato che questa volta non ritorno a casa rimango qui, a osservare il paradiso! Sono in Namibia, è il penultimo giorno di viaggio, domani si andrà alla capitale a Windhoek, e non porterò con me la mia Nikon. Cosi l’ultima foto la dedico al panorama che mi circonda e nel frattempo inizio a pensare a questo viaggio, non trovando nulla di negativo. Siamo arrivati circa dieci giorni fa’, siamo in quindici tutte donne tranne due uomini. Le donne come sempre amano di più questi viaggi. Il volo è lungo si fa’ Roma – Francoforte – Johannesburg proseguendo poi per Windhoek. Al nostro arrivo troviamo lui, Il Kevin di Balla con i lupi, scherzo e’ Paolo la nostra guida, il nostro autista , il nostro fotografo, il nostro tutto! E’ italiano, aveva circa 6 anni quando i suoi genitori si sono trasferiti in Namibia per motivi di lavoro. Una mattina gli ho chiesto se avesse mai pensato di tornare in Italia, non ricordo cosa mi ha risposto però ricordo benissimo che il suo sguardo si perdeva nell’infinito, d’altronde se ami la natura, la pace, come fai ad andar via da un posto così? Caricate le valige su un pulmino un po’ scassato, Paolo (la nostra guida-autista) , ci conduce verso il nord, ad Otijwarongo dove il giorno dopo visiteremo il Parco nazionale Etosha.La prima notte ci fermiamo in un piccolo lodge e iniziamo ad entrare nella nostra avventura, per cena mangiamo della carne di un animale che incontreremo piu’ volte, un po’ come da noi per le mucche è l’Oribi una antilope africana, un bell’animale e anche la sua carne e’ molto buona. Il giorno dopo ,appunto, partenza verso nord alla volta del Parco Nazionale Etosha, passiamo tutta la giornata cercando di fotografare i molti animali che vivono in questa zona . L’ambiente è unico: è caratterizzato da un lago alcalino asciutto che costituisce la parte centrale di questo Parco e gli animali che lo attraversano sono uno spettacolo incredibile!Riusciamo a vedere i ghepardi, addirittura tre insieme, dice che porti fortuna, mah su questo ho dei dubbi! Con lo zoom riesco a fare delle foto meravigliose, ne avrò fatte’ più di 600, tanto il bello della digitale è che poi cancelli quelle venute male.
Incrociamo un altro pulmino, le due guide si parlano, capiamo solo dopo quello che si sono detti, infatti dopo una decina di minuti, sotto un albero troviamo quattro leoni! Che visione, sono delle immagini incredibili! Così come quando incrociamo degli elefanti che, sulle sponde di una pozza d’acqua inziano a scontrarsi. Non mi sembra vero e’ un sogno, un sogno vero che giorno dopo giorno mi fa’
vivere come se facessi parte di un documentario. Fotografo lotte tra rinoceronti, scontri tra elefanti, piccoli leoncini che corrono incontro alla loro mamma e il papà, il leone che, da vero re arriva elegantemente dopo un po’ uno dei cuccioli gli va incontro e gli si sdraia accanto. Penso ai fotoreporter della BBC, autorevole tv in questo campo, e al tempo che passano per avere determinate situazioni da filmare o fotografare.All’interno del camp dove dormiamo, c’e’ una piccola, ma non tanto, pozza d’acqua. Ci sono delle panchine per far si che noi turisti guardiamo lo spettacolo che si sta offrendo ai nostri occhi. Piano, piano si stanno avvicinando un po’ tutti gli animali, è l’inizio dell’estate in Namibia quindi sta’ iniziando la siccità e una pozza d’acqua è tutto!E’ incredibile quello che succede davanti a noi, una cosa che noto subito è il rispetto o forse più la paura che si portano tra di loro, la giraffa non si avvicina se ci sono gli elefanti, le zebre arrivano in branco e bevono tranquillamente insieme agli Oribi e agli Impala, da una parte un rinoceronte va incontro all’elefante, poi invece si gira, scalcia, e va verso un altro rinoceronte e iniziano a lottare tra loro. Passano un paio d’ore, è ora di andare a letto e come se loro sentissero, iniziano ad andare via anche loro, l’elefante se ne va verso sinistra mentre i rinoceronti verso destra e così via anche gli altri animali. Mi da’ l’idea di un teatro e ora gli attori ci salutano e si allontanano dal palco, dopo aver ricevuto il nostro tributo fatto solo di silenzi e piccoli rumori dati dalle macchine fotografiche. Proseguiamo il viaggio verso la costa atlantica, entrando nella regione Damarland.Essa è caratterizzata da grandi rocce rosse , arriviamo fino alla zona dove ci sono le incisioni rupestri, dove i Boscimani hanno lasciato tracce della loro memoria, con disegni raffiguranti animali.Arrivando sulla costa atlantica, precisamente a Cape Cross visitiamo una numerosissima colonia di otarie, la puzza ci assale ma e’ divertente vedere le scene di gioco o di lotta che questi animali fanno tra di loro.Il giorno dopo visitiamo la laguna di Walvis Bay e facciamo una piccola minicrociera, a bordo ci deliziano con uno spuntino delizioso, ostriche freschissime e vino frizzante, che dire …e’ una bella vita!
Ritornati sulla costa, facciamo un’escursione con le jeep sulle dune che costeggiano l’atlantico, è facoltativa ma la nostra guida l’ha consigliata talmente tanto che accettiamo tutti. E’ divertente, sembra di stare sulle
montagne russe, incitiamo il nostro autista a fare molte salite e discese e poi urliamo come ragazzine quando ci fa’ fare i salti. Anche lui insieme agli altri autisti ci mette di suo, rimangono a metà sulle dune facendoci credere di essere bloccati ma si vede che sono esperti nel guidare! Anche qui si fa’ spuntino, indovinate con cosa?…ostriche e vino frizzante. Gran bella giornata! E non poteva finire meglio, la sera ci rechiamo in un ristorante al centro città, abbiamo la cena libera e Paolo ci porta in un ristorante italiano gestito da un tizio che ha deciso di lasciare l’Italia e trasferirsi definitivamente in Namibia, nella sala accanto a dove ceniamo c’e’ musica dal vivo. E’ un cantante di colore e canta soprattutto musica anni 70-80 e noi ci scateniamo ed in cinque decidiamo di rimanere anche dopo cena. La guida accompagna il resto del gruppo e poi ritorna a prenderci, ci divertiamo tantissimo, e poi ascoltare la musica anni 80 , quella della mia gioventu’ e’ un ritorno al passato. Come il nostro viaggio che è un ritorno alle origini, con la sua natura, i suoi animali e con il deserto più antico del mondo: il Namib. La mattina dopo partiamo presto e durante il tragitto ci fermiamo ad osservare delle piante particolari che si trovano solo in questa parte del mondo, il panorama e’ come al solito affascinante, si passa da colline rocciose a distese di sabbia e finalmente arriviamo nella zona dove il giorno seguente partendo presto andremo a vedere le famose dune color albicocca. Dormiamo in un camp dove siamo solo noi, la sera cucinano fuori. C’e’ la carne che già conosciamo, dell’ottima zuppa e delle verdure. IL fuoco è ancora acceso e così chiedo al cuoco di farmi la bruschetta, la prima fetta la brucia , la seconda gli spiego come farla e cosi me ne fa’ tre o quattro
fette, certo non c’e’ l’olio doc delle mie parti, ma e’ buona lo stesso, e il cuoco ha imparato un’ altra specialità. Finalmente il giorno tanto atteso e’ arrivato, sveglia presto con piccola colazione e via! Finalmente arriviamo!E’ li davanti a noi la famosa duna, quella che vediamo sui depliant. Iniziamo a fare le foto, qui a Sossusvlei ci sono le dune di sabbia più alte del mondo, oltre 400 Mt . E’ uno spettacolo mozzafiato, ci spostiamo verso una duna più piccola, dove è possibile salire. Camminare sulla sabbia e per di più in salita è faticoso, ma vado ..sono arrivata fin qui e ne vale la pena!Nel pomeriggio si ritorna al Camp, è tranquillo, come precedentemente scritto ci siamo solo noi, abbiamo una piccolissima piscina e per passare il tempo aspettiamo il tramonto. Il tramonto africano è qualcosa di magico, di struggente! Sento già il Mal d’Africa! Viaggio tanto, e dell’Africa c’e’ ancora tanto da vedere, ma la Namibia mi ha affascinato, una natura incredibile, panorami mozzafiato e gli animali, splendidi interpreti della loro vita. Decido che il mio viaggio finisce lì al camp del deserto, dove seduta su una sedia in prima mattina faccio una considerazione: non ho visitato il solito paese, no assolutamente no, e’ stato di più, sono stata nel paradiso, il paradiso assoluto della natura!
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